Louis Bromfield : Autunno

Q uando lo sguardo si posa per la prima volta sulla copertina di Autunno , dello scrittore americano Louis Bromfield , a catturare l'attenzione non sono né il titolo - di per sé piuttosto banale - né il nome dell'autore - ai più pressoché sconosciuto - bensì la graziosa illustrazione realizzata in origine da Pierre Brissaud per la rivista parigina La Gazette du Bon Ton , in cui sono ritratte alla perfezione tutte le sfumature della stagione autunnale: i caldi colori della natura che muta aspetto, il soffio sottile e persistente dei primi venti settembrini, e il palpabile velo di malinconia che pervade il periodo dell'anno in cui cadono le foglie, quasi a suggerire un'analogia - implicita eppure percettibilissima - con la vita che scorre inesorabile verso l'epoca della maturità , tra i rimpianti per un'esistenza ormai trascorsa e l'impossibilità di recuperare il tempo perso. D'altro canto è proprio così che andrebbe interpretato quell' Autunno -

Louisa May Alcott: Racconti di Natale

Se, come affermò il Sunday Telegraph esattamente trent'anni fa, Charles Dickens fu "l'uomo che inventò il Natale", non c'è dubbio che Louisa May Alcott sia stata invece la donna che ha saputo rappresentarne al meglio la dimensione più intima e familiare. Per accorgersene è sufficiente dedicare qualche ora ai suoi Racconti di Natale: un autentico inno ai valori tradizionali, attraverso cui riscoprire ed assaporare le atmosfere inconfondibili dei Natali di una volta.
Quando ho iniziato la lettura di questa raccolta, le aspettative, lo ammetto, non erano delle più elevate: temevo, infatti, d'imbattermi nell'ennesima selezione di racconti moraleggianti in perfetto stile "Famiglia March", innaffiati di melassa e corredati dall'imprescindibile lieto fine dove i buoni trionfano, e gli egoisti (perché immaginare la presenza di un "cattivo" vero e proprio in questo genere letterario, sarebbe davvero troppo) si redimono... E in effetti, va detto, le mie previsioni non sono state disattese.
Tuttavia, sarà stato merito del clima natalizio, di una disposizione d'animo particolarmente favorevole, o di quell'irreprimibile nostalgia per i Natali dell'infanzia che puntualmente fa capolino ogni anno nel mese di dicembre, ma questa volta - devo rendergliene atto - Louisa May mi ha conquistata.
I sei racconti - sette in realtà, con il (trascurabilissimo) capitolo iniziale di Piccole donne - non brillano forse per l'originalità della trama né per lo spessore dei personaggi, ma possiedono un merito probabilmente ancor più lodevole, soprattutto in un'epoca come la nostra: quello di scaldare il cuore del lettore e di riaccendere, sia pur nel breve spazio di una lettura natalizia, la voglia di tornare a credere nella vita e a confidare nel prossimo.


Sono storie di grande semplicità quelle narrate dalla Alcott, storie umanissime e nel contempo un po' fiabesche il cui valore non risiede certamente nella complessità di ciò che raccontano, bensì nella capacità di rievocare ricordi; di richiamare alla mente e ai sensi le impressioni di quei Natali ormai distanti, più poveri forse, ma pervasi dalla trepidazione dell'attesa, dall'entusiasmo per i preparativi, e dall'illusione che, in quella notte di festa, tutto potesse accadere... Ad esempio - come succede ne Il racconto di Rosa - che, nella Santa Notte, un'anziana cavalla acquisti il dono della parola per narrare ad una ragazzina incredula, il proprio passato di campionessa delle corse; o che la semplice bontà d'animo di un'orfana sola al mondo - la protagonista di Una ragazza tranquilla - le permetta di conquistare l'affetto della famiglia presso cui lavora.
È in questa stessa ottica che s'inseriscono la storia di Dolly e Grace (Che cosa puo fare l'amore) due sfortunate sorelle a cui, i vicini di casa, decidono di regalare un indimenticabile Natale, e quella di Mrs Podgers una facoltosa vedova che grazie alle sue ricchezze, ma soprattutto al suo buon cuore, salva dalla miseria un bimbo abbandonato e trova così la felicità tanto a lungo desiderata.
Louisa May Alcott
Certo, l'idea che un uomo avaro si trasformi in un novello Babbo Natale dopo aver udito casualmente le aspirazioni di una ragazzina povera (come avviene ne Il Natale di Tilly), o che l'altruismo spontaneo di una giovane nipote spinga un'intera famiglia di egoisti ad occuparsi finalmente - e di buon grado - dell'anziana madre da anni abbandonata a se stessa (è il caso de La scelta di Kate), hanno senza dubbio il sapore un po' ingenuo e zuccheroso dell'utopia, ed è innegabile che di quando in quando l'aperta indulgenza della scrittrice - più volte incline a suggerire che chi agisce male non lo faccia per egoismo, noncuranza o cattiveria, bensì per una pura e incolpevole ignoranza del bene - possa risultare un tantino stucchevole.
Tuttavia sarebbe troppo facile, e indubbiamente ingiusto, puntare il dito contro il sentimentalismo dell'autrice: perché in questa nostra società accecata dalla frenesia pre-festiva e sempre più avvezza a confondere la ricchezza col successo personale, e la sincera bontà d'animo con la debolezza, leggere le storie di Louisa May Alcott significa innanzitutto riappropriarsi del significato più autentico e profondo del Natale non solo sul piano religioso e spirituale, ma anche e soprattutto sotto il profilo umano.
Ed è per questo che Racconti di Natale è un libro da leggere e rileggere: perché il suo messaggio, lungi dall'essere banale, possa accompagnarci non solo a Natale, ma ogni giorno dell'anno, e trasformarsi per noi nell'opportunità di riflettere sulle nostre vite e, nel nostro piccolo, di provare a cambiarle in meglio.

Commenti

  1. Ciao Alice,
    ci accomuna il gradissimo amore per Dickens e per la letteratura anglo-americana in generale ed è questo il motivo principale per cui ho iniziato a seguirti, oltre al fatto che mi sembri molto competente. Con questo tuo post, mi hai incuriosita a tal punto che ho acquistato il volume in questione. Ho appena terminato la lettura di questi racconti e li ho trovati molto gradevoli ma forse, sotto certi aspetti, un po' troppo 'sdolcinati' anche per me, nonostante io sia un'irrimediabile romantica. Se devo essere sincera, io amo decisamente di più la Alcott di Piccole donne e di altri romanzi minori. Per il resto siamo assolutamente in sintonia; è una lettura rasserenante e perfetta per il periodo natalizio. Magari ci riprovo a dicembre; con l'atmosfera ideale, sono certa che li apprezzerò ancora di più... Elisabetta

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    Risposte
    1. Ciao Elisabetta,
      che piacere leggere le tue parole di apprezzamento, grazie infinite!
      Sono davvero lieta che il mio post ti abbia incuriosita tanto. Da non amante delle letture troppo zuccherose, comprendo perfettamente le tue impressioni: questo è uno di quei tipici libri in cui l'atmosfera e la disposizione d'animo di chi legge contano per almeno il 50%. Credo che leggerlo a dicembre, in pieno clima natalizio, e magari gustando una fetta di panettone circondati dalle lucette dell'albero, possa fare la differenza.
      Spero che continuerai a seguire il blog e che ti sentirai sempre libera di intervenire ogniqualvolta ne avrai voglia.
      Un caro saluto.

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