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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

Louis Bromfield : Autunno

Q uando lo sguardo si posa per la prima volta sulla copertina di Autunno , dello scrittore americano Louis Bromfield , a catturare l'attenzione non sono né il titolo - di per sé piuttosto banale - né il nome dell'autore - ai più pressoché sconosciuto - bensì la graziosa illustrazione realizzata in origine da Pierre Brissaud per la rivista parigina La Gazette du Bon Ton , in cui sono ritratte alla perfezione tutte le sfumature della stagione autunnale: i caldi colori della natura che muta aspetto, il soffio sottile e persistente dei primi venti settembrini, e il palpabile velo di malinconia che pervade il periodo dell'anno in cui cadono le foglie, quasi a suggerire un'analogia - implicita eppure percettibilissima - con la vita che scorre inesorabile verso l'epoca della maturità , tra i rimpianti per un'esistenza ormai trascorsa e l'impossibilità di recuperare il tempo perso. D'altro canto è proprio così che andrebbe interpretato quell' Autunno -

Riflessioni di un pomeriggio di metà Maggio...

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È  opinione comune che, per chi scrive, uno degli scogli maggiori sia rappresentato dall'incipit. Fino a che punto ciò sia vero lo sto realizzando proprio ora: in questo anomalo pomeriggio di metà maggio, in cui - con la mente che vaga stancamente tra mille idee - mi trovo seduta di fronte allo schermo, cancellando e riscrivendo per l'ennesima volta una frase che, per qualche oscuro motivo, non vuole proprio saperne di avere un senso! Quando mi volto, anche solo per un attimo, verso la finestra, il mio sguardo si perde immediatamente oltre i tetti rossi delle case, verso le luci già accese in lontananza, e poi lassù, tra le nubi di questo cielo cupo, fino all'ultimo scorcio di orizzonte. C'è un ospite inatteso, stasera, che attira la mia attenzione: è un gabbiano; se ne sta ritto, immobile, sul comignolo della chiesa... Come un flash, all'improvviso mi torna in mente una scena di qualche anno fa: un'altra città, un'altra chiesa, un altro gabbiano: una sera