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Visualizzazione dei post da novembre, 2019

Louis Bromfield : Autunno

Q uando lo sguardo si posa per la prima volta sulla copertina di Autunno , dello scrittore americano Louis Bromfield , a catturare l'attenzione non sono né il titolo - di per sé piuttosto banale - né il nome dell'autore - ai più pressoché sconosciuto - bensì la graziosa illustrazione realizzata in origine da Pierre Brissaud per la rivista parigina La Gazette du Bon Ton , in cui sono ritratte alla perfezione tutte le sfumature della stagione autunnale: i caldi colori della natura che muta aspetto, il soffio sottile e persistente dei primi venti settembrini, e il palpabile velo di malinconia che pervade il periodo dell'anno in cui cadono le foglie, quasi a suggerire un'analogia - implicita eppure percettibilissima - con la vita che scorre inesorabile verso l'epoca della maturità , tra i rimpianti per un'esistenza ormai trascorsa e l'impossibilità di recuperare il tempo perso. D'altro canto è proprio così che andrebbe interpretato quell' Autunno -

George Eliot: Middlemarch

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N elle prime ore del 22 novembre 1819 - esattamente duecento anni fa - in un piccolo casolare in pietra nascosto tra i boschi del Warwickshire, a circa quattro miglia da Nuneaton, nasceva una bimba di nome Mary Ann , quinta figlia di Robert Evans, amministratore di una tenuta, e di sua moglie Christiana. George Eliot ( François D'Albert Durade) Nessuno, probabilmente, avrebbe potuto immaginare che nel giro di qualche decennio quella stessa bambina, divenuta ormai donna, sarebbe entrata nella Storia con lo pseudonimo di George Eliot , conquistando a pieno titolo un posto d'onore tra i nomi di spicco della letteratura vittoriana, e destando scalpore, tra i ben pensanti, per la sua scelta di dividere la propria vita col filosofo e critico letterario George Henry Lewes , col quale visse per quasi un quarto di secolo, senza però mai sposarlo. In realtà, a differenza di quanto si potrebbe immaginare, le ragioni che portarono Mary Ann, detta Marian , a vivere al di

Daphne Du Maurier: Mia cugina Rachele

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“Una volta gli assassini venivano impiccati a Four Turnings. Ora non più.” L a lettura di un romanzo di Daphne du Maurier - chi la conosce lo sa bene - non si conclude semplicemente dopo aver voltato l'ultima pagina: c'è infatti una fase successiva, forse perfino più intensa, che si protrae a lungo, a volte anche per giorni interi, ed ha inizio quando, chiuso il libro, si resta da soli coi propri dubbi, con le proprie riflessioni, con quella strana ed inspiegabile sensazione di non essersi veramente congedati dai personaggi, né dagli scenari indimenticabili della Cornovaglia , silenziosi ma ineludibili testimoni delle loro vicende. È trascorso ormai molto tempo da quando mi sono separata da Philip, da Louise, da Rachele, eppure ogni volta che il pensiero torna a loro, mi sembra quasi di sentirmela addosso quella frizzante aria settembrina pregna dell'odore della salsedine; di udire da lontano il rumore delle onde che s'infrangono sulle scogliere; di percepire ancora i