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Louis Bromfield : Autunno

Q uando lo sguardo si posa per la prima volta sulla copertina di Autunno , dello scrittore americano Louis Bromfield , a catturare l'attenzione non sono né il titolo - di per sé piuttosto banale - né il nome dell'autore - ai più pressoché sconosciuto - bensì la graziosa illustrazione realizzata in origine da Pierre Brissaud per la rivista parigina La Gazette du Bon Ton , in cui sono ritratte alla perfezione tutte le sfumature della stagione autunnale: i caldi colori della natura che muta aspetto, il soffio sottile e persistente dei primi venti settembrini, e il palpabile velo di malinconia che pervade il periodo dell'anno in cui cadono le foglie, quasi a suggerire un'analogia - implicita eppure percettibilissima - con la vita che scorre inesorabile verso l'epoca della maturità , tra i rimpianti per un'esistenza ormai trascorsa e l'impossibilità di recuperare il tempo perso. D'altro canto è proprio così che andrebbe interpretato quell' Autunno -

La lettura in tempi di Lockdown - Parte #3
Frammenti d'autore a cura di Enrico De Luca.

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E così, anche luglio è ormai arrivato, e mentre, senza troppi rimpianti - almeno per quanto mi riguarda - ci lasciamo finalmente alle spalle la prima metà di questo complicato 2020, eccoci giunti, cari lettori, al terzo ed ultimo appuntamento dedicato alle mie letture in epoca di lockdown. In questi mesi così strani e senza precedenti nella nostra epoca, mi è capitato spesso di leggere le testimonianze di tante persone a cui il lungo periodo trascorso a casa ha dato l' opportunità di riscoprire piaceri troppo a lungo dimenticati o dedicarsi ad attività che mai prima d'allora avevano preso in considerazione. Personalmente, se dovessi descrivere la mia quarantena, difficilmente ne parlerei come di un'epoca di scoperte esaltanti; eppure, a ripensarci, mi rendo conto che anch'io, nel mio piccolo, le mie esperienze insolite le ho fatte. Non mi riferisco, beninteso, a una qualche epifania destinata a cambiarmi l'esistenza, ma a qualcosa d'infinitamente più semplic

La lettura in tempi di lockdown - Parte #2
Sara Staffolani: C'è sempre il sole dietro le nuvole. Vita e opere di Jean Webster

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I legami che si formano nei primi anni dell'infanzia, siano essi di tipo affettivo o relativi ai nostri gusti e alle nostre passioni, sono quelli generalmente destinati a durare: colorano la nostra visione del mondo, diventano parte di noi, e spesso - magari senza che ce ne rendiamo conto - continuano ad accompagnarci per il resto della vita. A volte, poi, capita che queste predilezioni, sbocciate quando si è ancora bambini, finiscano col proiettarsi anche sulle nostre speranze future, ponendo le basi per quelli che, col tempo, diverranno i grandi progetti dell'età adulta. Un po' come è accaduto ad una giovane marchigiana di nome Sara Staffolani che, appassionatasi in tenera età al cartone animato Papà Gambalunga , ispirato all'omonimo romanzo di Jean Webster , col passare degli anni ha coltivato il suo amore per l'autrice, e ne ha approfondito la conoscenza, al punto tale da arrivare a redigerne, appena trentenne, la prima - e fino ad ora unica - biografia ita

La lettura in tempi di lockdown - Parte #1
Antonella Iuliano: Doppio Stradivari

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B entornati, cari lettori. Innanzitutto, una doverosa domanda: come state? Qui, al Nido delle Cornacchie , la primavera procede a passo svelto verso l'estate, e un po' come nel resto del Paese, e in buona parte del mondo, ci si appresta a tornare alla normalità. Così - come già vi avevo anticipato la volta scorsa - ho pensato di cominciare con una serie di post a tema (oggi potrete leggere il primo, nei prossimi giorni gli altri due) dedicati ad alcune delle letture che mi hanno tenuto compagnia durante il lungo periodo dell' isolamento . In realtà, nei primi tempi, scovare il libro giusto non è stato per niente facile. Quando ci troviamo alle prese con situazioni particolarmente stressanti, infatti, non tutti reagiamo allo stesso modo: ci sono persone che, sotto pressione, tirano fuori le loro migliori risorse, e riescono a coltivare le loro passioni con grande profitto ed entusiasmo; ce ne sono altre che, al contrario, sperimentano un'insolita mancanza di energie, e

Riflessioni di un pomeriggio di metà Maggio...

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È  opinione comune che, per chi scrive, uno degli scogli maggiori sia rappresentato dall'incipit. Fino a che punto ciò sia vero lo sto realizzando proprio ora: in questo anomalo pomeriggio di metà maggio, in cui - con la mente che vaga stancamente tra mille idee - mi trovo seduta di fronte allo schermo, cancellando e riscrivendo per l'ennesima volta una frase che, per qualche oscuro motivo, non vuole proprio saperne di avere un senso! Quando mi volto, anche solo per un attimo, verso la finestra, il mio sguardo si perde immediatamente oltre i tetti rossi delle case, verso le luci già accese in lontananza, e poi lassù, tra le nubi di questo cielo cupo, fino all'ultimo scorcio di orizzonte. C'è un ospite inatteso, stasera, che attira la mia attenzione: è un gabbiano; se ne sta ritto, immobile, sul comignolo della chiesa... Come un flash, all'improvviso mi torna in mente una scena di qualche anno fa: un'altra città, un'altra chiesa, un altro gabbiano: una sera

Kate O'Brien: Mary Lavelle.
Storia di una trascurabile esperienza di lettura.

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C hiunque ami leggere, o frequenti dei lettori, avrà sentito pronunciare almeno una volta nella vita la fatidica frase: “Non ho scelto io questo libro: è stato lui a scegliere me!” . Ammettiamolo, c'è un certo fascino nell'immagine del lettore che entra in libreria e, attratto magneticamente da una bella copertina o da un titolo allettante, finisce col portarsi a casa un libro del tutto sconosciuto, destinato poi a rivelarsi, con grande stupore dello stesso acquirente, un autentico capolavoro in grado di superare le sue aspettative più rosee... A me, purtroppo, questa strabiliante fortuna non è mai capitata: nessun libro mi ha mai "scelta" ! Ce ne fu uno, in realtà, che una ventina d'anni fa, quando ero ancora piccola e relativamente ingenua, ebbe l'ardire di tentare... ma doveva essere - poveretto - un libro piuttosto miope, o per lo meno con le idee parecchio confuse, perché la sua "scelta" si rivelò quanto mai infelice, e dopo una burrasc

AA.VV. - Le stanze dei fantasmi

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“Sento di poter dire con una certa tranquillità che a infettare ogni uomo sulla faccia della terra siano nient'altro che le sue paure.” U n'antica villa immersa nella campagna inglese , uno stuolo di (presunti) fantasmi che terrorizzano abitanti e servitù, ed un' impavida comitiva pronta ad affrontare gli spettrali inquilini della casa; il tutto nella classica cornice delle feste di fine anno : tradizionale momento di riflessione e, secondo l'uso anglosassone, d'inquietanti ed affascinanti storie gotiche. Gli ingredienti per un avvincente racconto natalizio ci sono tutti; se poi a concepirlo è la penna geniale e imprevedibile di Charles Dickens , il successo è garantito! Pubblicato originariamente nel 1859, sul periodico All the Year Round , Le stanze dei fantasmi (titolo originale: The haunted house ) ha la particolarità di essere un' opera a più voci , in cui Dickens, negli inconsueti panni di regista, si avvale della collaborazione di uno speciale tea